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museo cabriniano

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Santa Cabrini

Nel 1880, per Francesca Cabrini ed altre sei giovani compagne, iniziava la grande avventura missionaria fondando l’Istituto delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù proprio a Codogno. La Casa di Codogno iniziò ad accogliere centinaia di fanciulle e bambine orfane, operaie che si dedicavano alla confezione di materiale tessile, alunne per i vari gradi di istruzione, ma divenne soprattutto il seminario dove si formavano le vocazioni missionarie. Lo sviluppo della sua opera la portò a viaggiare molto, a fondare scuole e orfanotrofi, ospedali e missioni per rispondere all’impellente bisogno che la società italiana del fine Ottocento presentava: l’emigrazione massiva di migliaia e migliaia di Italiani che, spinti dal desiderio di una vita più degna e sicura per i loro figli, varcavano l’oceano dirigendosi soprattutto verso l’America del Nord e del Sud. Sebbene Francesca Cabrini avesse sognato fin dall’infanzia di dedicarsi alle Missioni della Cina, ad accogliere questa dura realtà missionaria fu spinta dall’incontro con il Vescovo di Piacenza, Mons. Giovan Battista Scalabrini e dal Papa, Leone XIII che la esortò ad andare “Non all’Oriente, ma all’Occidente”, dove appunto avrebbe trovato la miseria dei suoi connazionali, le loro speranze e delusioni.
Si dedicò così ad essi divenendone la Madre, la Maestra, la Consigliera, l’amica e la consolatrice. Con il suo intenso lavoro apostolico, cercò di restituire ad essi la dignità di italiani e di figli di Dio, con diritti e doveri, nell’intento di operare quell’integrazione culturale necessaria, nel rispetto della propria identità, ma anche acquisendo la capacità di apprezzare i valori di ogni cultura senza perdere i propri. L’opera di Francesca Cabrini fu possibile per il sacrificio e il lavoro delle sue Suore e di tante persone di buona volontà, professionisti, benefattori, volontari animati dagli stessi ideali. Francesca Cabrini comprese subito che non bastava il lavoro, il sacrificio, l’intensa attività per realizzare la sua missione, occorreva soprattutto la preghiera, l’adorazione, l’unione costante con Dio e per questo prescrisse alle Suore molte ore di preghiera. Impegnò tutta la sua vita per portare avanti le tante fondazioni che richiedevano adeguamenti, denaro, ricostruzioni, cambiamenti e per le richieste di nuove fondazioni in favore degli emigranti, che riceveva da tutto il mondo, da Vescovi e Parroci; ma soprattutto si impegnò perché l’Amore del Cuore di Gesù arrivasse a tutti, specialmente ai più emarginati di quel tempo; ma arrivasse anche a trasformare i cuori dei responsabili e detentori del potere perché potessero contribuire a realizzare una società più giusta e fraterna. Madre Cabrini morì a Chicago il 22 Dicembre 1917. Il 13 novembre 1938 venne proclamata Beata, il 7 luglio 1946 proclamata Santa da papa Pio XII e l’8 settembre 1950 Santa Francesca Saverio Cabrini venne dichiarata “Celeste Patrona di tutti gli emigranti”.